Quando si verificano delle interruzioni della respirazione durante il sonno, parliamo di apnee ostruttive. È un disturbo che colpisce persone di tutte le età, ma è più frequente negli anziani a causa delle progressive modifiche di alcune parti anatomiche (faringe, palato, setto nasale) determinate dall’invecchiamento.
Russamento, risvegli improvvisi e frequenti, sensazione di soffocare e gola secca sono i sintomi caratteristici. La gravità delle apnee dipende invece dal numero di eventi che si verificano durante la notte: quando se ne superano cinque in un’ora, una persona è da considerarsi affetta da apnea ostruttiva notturna.
Non è un disturbo innocuo perché ogni ostruzione, generando una brusca interruzione della normale respirazione, genera uno stress non indifferente per l’organismo e le sue conseguenze possono essere anche molto gravi, soprattutto nei pazienti anziani. La prima è facile da intuire: un sonno disturbato avrà infatti come conseguenza uno stato di perenne sonnolenza e stanchezza durante il giorno che può non sembrare preoccupante di per sé, ma che può diventarlo se si pensa a un anziano alla guida. Effetti ben più profondi delle apnee notturne sono stati riscontrati da studi recenti che le hanno collegate all’insorgenza di demenza senile: come sappiamo, le apnee determinano una diminuzione nell’apporto di ossigeno al cervello, una condizione riscontrata anche nei pazienti con sintomi legati alla perdita di memoria e ai disturbi dell’umore. Non solo: negli stessi pazienti si è riscontrata anche una riduzione dello spessore dei lobi temporali del cervello, che hanno un ruolo determinante per la corretta funzionalità della memoria. Indizi che hanno spinto i neuropsicologi dell’Università di Sidney a incentivare nei pazienti anziani gli screening dedicati all’individuazione tempestiva di apnee ostruttive del sonno, in modo da contrastarle limitando i danni ad esse correlati.
Non è tutto: la riduzione della quota di ossigeno che arriva al cervello genera ripercussioni anche per quanto riguarda frequenza cardiaca e pressione sanguigna: entrambe, anche in pazienti sani e in condizioni normali, si abbassano durante la notte. Negli individui affetti da apnee ostruttive si registrano continui sbalzi pressori che possono però contribuire al verificarsi di infarti e ictus.
Contrastare la sindrome descritta sembra quindi essere di grande importanza. Imprescindibile è, come sempre, il parere medico ma a questo si possono sommare comportamenti utili, che comprendono la cura dell’igiene del sonno cercando tra le altre cose di coricarsi e alzarsi ad orari regolari e di dormire su un fianco, la perdita di peso se e quando necessaria e l’abolizione degli alcolici.