È ormai chiaro a tutti quanto la profilassi antinfluenzale sia un argomento di cruciale importanza. Limitare la circolazione del virus influenzale e i contagi relativi ai malanni di stagione non è mai stato importante come quest’anno e la motivazione si intuisce facilmente: influenza stagionale e Covid-19 sono accomunate da una sintomatologia simile e rischiano perciò di sovrapporsi e confondersi, causando non pochi danni alla collettività.
A causa di comprensibili e prevedibili ragioni, che comprendono il recente aumento dei numeri relativi al coronavirus, la programmazione della campagna vaccinale è stata anticipata di qualche settimana: una mossa preventiva che si pone il duplice obiettivo di abbassare i rischi legati alle complicanze per coloro che consideriamo a rischio a causa dell’età o delle condizioni di salute già di per sé precarie, e di evitare di confondere le due malattie, accorciando i tempi relativi alla diagnosi di Covid-19.
Le linee guide del Ministero della Salute, diramate ormai da mesi, restano invariate su molti punti ma presentano due novità sostanziali, ovvero l’inclusione dei bambini di età superiore ai 6 mesi e delle persone appartenenti alla fascia d’età compresa tra i 60 e i 64 anni nelle categorie alle quali si raccomanda caldamente il ricorso al vaccino. Invariata la raccomandazione per over 65, donne in gravidanza o nel periodo postpartum, pazienti affetti da patologie croniche che aumentano il rischio di complicanze da influenza (malattie respiratorie, cardiocircolatorie, diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale, ecc.), per pazienti di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti, per i familiari e i contatti di qualunque età di pazienti ad alto rischio di complicanze, e per determinate categorie di lavoratori quali medici e personale sanitario, forze di polizia e vigili del fuoco, allevatori, macellatori e personale che lavora a contatto con animali, veterinari e per i donatori di sangue. La somministrazione del vaccino per queste categorie è gratuita e avviene presso ambulatori e medici di base che aderiscono alla campagna vaccinale. Chi è invece intenzionato a vaccinarsi a proprie spese, potrà acquistare il vaccino in farmacia e rivolgersi a un medico per quanto riguarda la somministrazione.
Nonostante la comprovata sicurezza dei vaccini, e il fatto che costituiscano l’unica forma di precauzione nei confronti della sindrome influenzale ritenuta efficace al cento per cento, la percentuale di vaccinati in Italia resta troppo bassa. Ci si augura per quest’anno di migliorare l’adesione alla campagna vaccinale, che corrisponde solo al 55% per quanto riguarda over 65 e pazienti affetti da patologie croniche, ovvero il 25-30% del target. Un dato decisamente troppo basso rispetto all’obiettivo minimo, fissato al 75%, e a quello ottimale del 95%.