Il peggioramento dei pazienti che soffrono di artrosi è molto comune con l’arrivo dei primi freddi. Ma siamo sicuri che il calo delle temperature sia l’unico responsabile?
Come sappiamo, l’artrosi è una malattia cronica e degenerativa che riguarda le cartilagini e che comporta la progressiva perdita delle componenti anatomiche che normalmente le compongono. È correlata all’avanzare dell’età e interessa perlopiù colonna vertebrale, ginocchia e dita sia delle mani che dei piedi. Può insorgere sia in un’articolazione sana che in seguito a deformità congenite o acquisite, traumi, processi infettivi e/o infiammatori, sovraccarichi funzionali. Il suo sviluppo non è determinato solo dall’età, ma anche da fattori meccanici e genetici, dal sovrappeso e dall’eventuale presenza di malattie endocrino-metaboliche.
Durante l’autunno e l’inverno le basse temperature e l’umidità sottopongono l’organismo a uno stress termico importante, andando a peggiorare le manifestazioni tipiche della patologia, ovvero il dolore profondo e localizzato, la rigidità successiva a un periodo di riposo, la limitazione funzionale e il gonfiore e la tumefazione che solitamente si manifestano al livello dell’articolazione interessata. Secondo molti esperti, quelli citati non sarebbero però gli unici fattori da tenere in considerazione quando si parla non solo di artrosi, ma anche di artriti e reumatismi. A influire negativamente sarebbero infatti anche la ridotta attività fisica, il deficit di vitamina D dovuto alla mancanza di sole e alla ridotta esposizione diretta ai raggi solari e, infine, l’insonnia invernale o più in generale i disturbi del sonno, che avrebbero la conseguenza di favorire lo stato di infiammazione.
Cosa fare allora? Purtroppo non abbiamo a disposizione un farmaco specifico che sia in grado di arrestare né la malattia né il suo peggioramento. Abbiamo a disposizione gli analgesici e le infiltrazioni intrarticolari, entrambi efficaci nel limitare i fastidi tipici dell’artrosi, ma il rimedio più efficace è l’adozione di uno stile di vita compatibile con la patologia: un po’ di attività fisica dolce, niente sforzi, il mantenimento del peso entro i range indicati, qualche passeggiata all’aperto nelle giornate di sole e la cura dell’igiene del sonno sono in questo caso la migliore medicina.