Farmaci combinati alla “terapia a bersaglio molecolare”: una combinazione vincente che ha permesso di concludere con notevole successo il trattamento del tumore al colon retto metastatico in pazienti over 70.
Numerose testate hanno riportato la notizia dell’importante studio condotto dall’Istituto Oncologico Veneto di Padova, che ha raccolto i campioni biologici di 394 pazienti provenienti da tutta Italia per effettuare lo screening molecolare e poi coinvolgere 183 pazienti, tutti con età uguale o maggiore di 70. Pazienti anziani e fragili dunque, sottoposti a terapie all’avanguardia che si sono rivelate efficaci stimolando una risposta simile a quella prevista per pazienti più giovani, con buona tollerabilità e con notevoli possibilità di una sopravvivenza senza progressione della malattia.
La questione che lo studio mette in evidenza è di centrale importanza, perché sottolinea come sia possibile trattare e ottenere notevoli risultati grazie alle terapie innovative anche in pazienti in là con gli anni. Accade però raramente: secondo statistiche ed esperti, dopo i 70 anni, solo due malati su 10 ricevono infatti le terapie oncologiche maggiormente evolute. In parte la ragione risiede nei ritardi diagnostici determinati dalla complessità di questa categoria di pazienti, la cui salute generale è spesso compromessa da malesseri, patologie e acciacchi di varia natura i quali possono rendere difficile l’individuazione e il riconoscimento della malattia. È anche però vero che le terapie più innovative quasi mai vengono sperimentate per la popolazione più anziana, raramente coinvolta nei trial.
Alle ragioni oggettive se ne affiancano altre determinate da una sorta di rassegnazione non sempre motivata, frutto di una mentalità per la quale qualsiasi intervento clinico in un paziente anziano sia da considerarsi frutto dell’accanimento terapeutico. I recenti avvenimenti nel campo della ricerca dimostrano invece l’esatto contrario, perciò l’accesso alle terapie innovative non può essere precluso aprioristicamente a determinate fasce d’età. È invece necessario proseguire lungo la strada intrapresa di recente, valutando caso per caso i possibili benefici dei trattamenti e promuovendo un nuovo approccio alla malattia oncologica: il caso di cui abbiamo parlato ne è la dimostrazione.