Dall’inizio della pandemia legata al coronavirus abbiamo imparato a fare del nostro meglio per convivere con l’emergenza in corso, cercando di adottare le misure necessarie a tutelare la nostra salute e quella di chi abbiamo affianco. Sin da subito, abbiamo individuato negli anziani una nelle categorie più a rischio, ma non sono i soli a dover essere protetti: alcune categorie di pazienti affetti da determinate patologie sembrano infatti essere più a rischio di altre.
Una sarebbe quella dei diabetici: lo dicono due recenti studi interdisciplinari, condotti da i reparti di diabetologia, di malattie infettive e di terapia intensiva della Sapienza, Policlinico Umberto I, Sant’Andrea e Santa Maria Goretti di Latina, che hanno indagato in particolare sulla condizione di questi pazienti affetti da Covid-19. Sono così stati identificati fattori che, nei pazienti affetti da diabete mellito, sono maggiormente associati a una prognosi infausta: sono la plurimorbidità cardio-metabolica, la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva e l’insufficienza renale cronica, tutte condizioni legate all’insulino-resistenza.
Ciò significa che la presenza di una o più di queste patologie legate al diabete può determinare un rischio di ospedalizzazione più alto. Si è infatti evidenziato come molti pazienti ospedalizzati per Covid-19 presentino patologie cardio-metaboliche (diabete mellito, ma anche ipertensione e dislipidemia).
Che la prevenzione cardiovascolare primaria fosse di fondamentale importanza per la nostra salute era sicuramente cosa nota, ma ribadirlo non è mai nocivo. Soprattutto se, come abbiamo visto, si traduce in una riduzione degli accessi in terapia intensiva e della mortalità tra i pazienti affetti da Covid-19.